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Boarezzo
Dall'iniziativa di Mario Alioli, un piccolo villaggio interamente affrescato
Boarezzo, paese dai colori "verde e blu" immerso tra le montagne, fu una gettonata meta turistica fin dai primi del '900. In seguito tuttavia, il flusso di visitatori italiani andò attenuandosi, e l'agricoltura, che costituiva uno dei fondamentali mezzi di sussitenza locale, venne progressivamente abbandonata. La nascita del suo "borgo dipinto" si deve all'idea del pittore Mario Alioli.
Su iniziativa di Alioli e con il sostegno della ProLoco Valganna vennero infatti scelti 16 pittori, i cui pannelli dipinti presero spazio sui muri delle case: rappresentavano la civiltà contadina e i mestieri ad essa connessi, ormai scomparsi.
Il borgo fu dedicato agli illustri Giuseppe Grandi e Odoardo Tabacchi. Due pannelli di Alioli e di Sergio Colombo adornano ancora l'antico lavatoio. Più recentemente, è stata promossa tra i più piccoli l'iniziativa "C'era una volta il bosco", con riproduzioni di flora e fauna locale.
Boarezzo (Frazione di Valganna)
L'origine di Boarezzo
Leggende e storie tramandate oralmente fanno risalire le origini del paese intorno al XII secolo e narrano la presenza della famiglia Chini, proveniente da Arezzo, insediatasi per prima a Boarezzo, presumibilmente per rifornirsi di legname atto alla produzione del carbone di legna, di cui questa zona era ricca. Il carbone prodotto era in seguito trasportato a Milano per mezzo di buoi. La credenza popolare ha ricondotto l'origine del nome del borgo a tale attività e l'espressione corrente "I buoi di quelli di Arezzo" si sarebbe trasformata nel tempo in Boarezzo.
Le rappresentazioni degli antichi mestieri
Una "poesia" in dialetto bosino, composta da Paolo Rattazzi, accoglie il visitatore insieme ad una veduta pittorica rappresentante uno scorcio del paese e in primo piano una gerla rovesciata e un rastrello, atti a simboleggiare la fine della civiltà contadina. A questa prima opera seguono altre rappresentazioni firmate da prestigiosi autori come Albino Ambrosetti, Mario Alioli, i Mario Bogani, Vittorio Tavernari Carlo Farioli. Silvio Monti, Luigi Bennati, Otto Monestier, Albino Reggiori.