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Palestra di Roccia
La palestra di roccia del Monte Campo dei Fiori ha delle caratteristiche uniche nel panorama delle palestre di roccia della Lombardia e delle regioni vicine. È inserita in un ambiente prettamente montano ad oltre mille metri di quota ed è quasi interamente esposta a nord.
La Palestra di Roccia del Campo dei Fiori è nata grazie alla passione di molti alpinisti varesini che da anni frequentano questo luogo. Occupa una vasta zona sommitale del Monte Campo dei Fiori, con affioramenti rocciosi di natura calcarea che raggiungono un'altezza massima di circa 1 20 metri e si sviluppano linearmente per alcune centinaia di metri, in un ambiente naturale ideale per la pratica alpinistica.
Oggi la Palestra ha subito un notevole ammodernamento sia nella chiodatura delle vie di arrampicata, sia nella tracciatura dei sentieri che raccordano i diversi settori. L'importante lavoro, eseguito da tecnici specializzati, rende più sicuro e più fruibile questo straordinario ambiente di arrampicata.
ACCESSO:
Da Varese seguire per fogliano e S.Ambrogio, da qui seguire per Campo dei fiori. Seguire la strada a tornanti. Arrivati sotto un imponente gruppo di ripetitori parcheggiare in un piazzale antistante un albergo ristorante (pensione Irma) se c'è un sovra affollamento parcheggiare come è meglio si può senza bloccare il passaggio.
Dalla pensione tornare indietro e prendere il sentiero che sale verso destra costeggiando una recinzione. Seguire poi la strada asfaltata fino all'eliporto. I vari settori si raggiungono scendendo i vari canali sottostanti. Cartellonistica presente e completamente rinnovata.
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Il Campo dei Fiori, che con il suo sviluppo in longitudine protegge la città e i suoi dintorni dai freddi flussi provenienti dal nord, che lungo tutto il suo pendio meridionale ospita una vegetezione di grande valore in parte naturale e in parte piantumata, alberghi, residenze di lusso e case di abitazione comune, che si allunga a sud-est nella propaggine del Sacro Monte, con l'antico borgo, il Monastero delle Suore di Clausura, il Santuario, la famosa Via Crucis che scende di Cappella in Cappella fino alla Prima; con le strade, la funicolare, i sentieri, i praticelli, i fiori.
Anche il versante nord, più scosceso, possiede un suo fascino, incombendo sulla Valcuvia, su Brinzio, Cabiaglio, Orino, con boschi cupi di ombra, con ripidi canaloni, con l'evidente coronamento roccioso che incornicia il profilo sommitale, e che nella porzione più orientale si sviluppa in forma di potenti torrioni giusto sotto la Cima Tre Croci. Insomma, un bene naturalistico da conservare, un patrimonio da riguardare con estrema e preveggente attenzione.
Proprio su quei torrioni, a far tempo dagli anni 20-30 del secolo scorso e con uno slancio che divenne esplosivo negli anni 50, un manipolo di arrampicatori particolarmente appassionati trovarono pane per i loro allenamenti, tracciarono vie dalle più elementari alle più difficili, non tanto come fine a sé stesse, ma per altre più importanti ascensioni su tutte le Alpi, dal Monte Rosa alla Val Masino e Bondasca, fino alle Dolomiti e al Monte Bianco. Pinardi, Minazzi, Cristofaro, Broggi, Bianchi, Bisaccia, citati in ordine di tempo, sono solo alcuni dei nomi di coloro che tra i primi si appassionarono a quelle rocce e che continuarono a praticare alpinismo di alto livello un po' dappertutto, scrivendo la storia dell'alpinismo varesino e della Sezione del CAI di Varese, storia che poi si fece negli anni sempre più ricca di valori.